Approccio osteopatico nel dolore al piede e caviglia

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Il piede è una delle strutture più adattative del corpo, serve da:

  • Sensore
  • Funzione meccanica (sostiene e ammortizza il carico)
  • Funzione vascolare
  • Locomozione

Le più frequenti problematiche annesse al piede da un punto di vista anatomo-patologico sono:

  1. Fascite plantare
  2. Dolore al tendine d’achille
  3. Distorsioni caviglia

1. Fascite plantare

La fascite plantare è un’infiammazione con dolore al legamento arcuato che attraversa la parte inferiore del piede e collega il tallone con la base delle dita. Il legamento arcuato svolge un ruolo di primaria importanza nella trasmissione del peso corporeo ed è soggetto a stress meccanici, in particolare durante la corsa o il salto. La fascite plantare è molto frequente negli sportivi, ma può insorgere anche nei soggetti in sovrappeso, nelle donne in gravidanza e a causa dell’utilizzo di calzature non adeguate. Da un punto di vista sistemico in realtà la fascite è connessa ad alterazioni nei rapporti della pelvi e dei visceri addominali (vedi approfondimento sulla fascite plantare) soprattutto se il dolore è generalmente più acuto al mattino, in particolar modo quando ci si alza dal letto. Successivamente dopo aver effettuato i primi movimenti del risveglio, tende a diminuire, talvolta si riacutizza dopo essere stati seduti a lungo.

2. Dolore al tendine d'achille

Il tendine d’Achille è il tendine più largo e forte del corpo umano, ha origine dalla fusione dell’aponeurosi dei muscoli gastrocnemio e soleo ed è responsabile della trasmissione della forza durante il movimento di dorsi-flessione del piede, garantendo una corretta deambulazione. Possono esserci diverse cause che portano al dolore in questa sede, la prima di natura meccanica, come ad esempio l’applicazione di una forza che risulti essere superiore alle capacità di resistenza del tendine, oppure di natura non meccanica, ad esempio:

  • scarsa idratazione
  • lesione di un tendine già degenerato
  • utilizzo di particolari antibiotici
  • sedute di allenamento eccessive dopo periodi prolungati di riposo
  • borsite retro-calcaneale

L’approccio osteopatico mira a cercare le cause del sovraccarico sul tendine interessato controllando anche tutta una serie di rapporti a distanza: ginocchio, muscoli della coscia, bacino e colonna lombare. L’obiettivo è quello di evitare un ulteriore peggioramento della condizione che in alcuni casi può portare anche alla lesione totale delle fibre. Un tendine degenerato può infatti compromettersi sino alla rottura totale, da riscontrare con risonanza magnetica e necessitando di approfondimento specialistico ortopedico.

3. Distorsioni caviglia

Una distorsione alla caviglia ha luogo quando il movimento dell’articolazione va oltre il suo normale range di movimento. All’origine di una distorsione c’è sempre un trauma: questo può essere dovuto a una caduta, a un atterraggio scorretto dopo un salto o al camminare su una superficie irregolare.

Abbiamo due tipi di distorsione, una in eversione e una in inversione, dove verranno sollecitate diverse strutture. La distorsione in eversione andrà a sollecitare tutti i legamenti della parte interna della caviglia, per quanto riguarda l’inversione, invece, si andranno a sollecitare i legamenti della parte esterna. Se la distorsione è di grave entità può provocare, lesione parziale o totale di uno o più legamenti, un distacco parcellare dell’osso oppure in casi estremamente gravi una frattura dell’epifisi distale del perone con annessa rottura dei muscoli peronieri, soprattutto il peroneo anteriore.

L’osteopatia può compiere un grande aiuto nel ripristinare la corretta fisiologia anatomica post -traumatica, andando ad intervenire sulla micromobilità locale, riducendo l’edema infiammatorio e la dolorabilità. L’intervento tempestivo post traumatico aiuta il corpo a non andare a creare dei sovraccarichi su altri distretti corporei collegati, come ginocchio e schiena. Il trattamento osteopatico molto utile anche dal punto di vista della prevenzione, in quanto una zona che sia libera da restrizioni di mobilità potrà svolgere ed eseguire correttamente la sua funzione fisiologica.

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